Giornata mondiale della salute mentale: nessuno sia lasciato solo con il proprio dolore
- Nuovo Cortile
- 6 giorni fa
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Il 10 ottobre si celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale, un’opportunità importante per riflettere sull’importanza del benessere psicologico e sulla necessità di garantire a tutti un accesso equo ai servizi di supporto. Il tema di quest’anno, “Accesso ai servizi – Salute mentale nelle catastrofi e nelle emergenze”, è più attuale che mai in un mondo segnato da conflitti, catastrofi naturali e cambiamenti improvvisi che sconvolgono profondamente la vita delle persone.
In questi eventi la priorità è rivolta soprattutto alla sopravvivenza fisica. Eppure, il trauma invisibile che queste situazioni lasciano nella mente può durare anni, persino una vita intera. Chi perde la propria casa, la rete di relazioni o la stabilità psicologica si trova spesso a fronteggiare un dolore profondo, silenzioso.
Una falsa percezione di distanza
«A prima vista potremmo sentirci lontani da tutto questo — racconta Gianfranco Marta, direttore della comunità psichiatrica CPM Pinocchio —. Viviamo in una tranquilla provincia lombarda, al riparo da guerre o eventi ambientali estremi, in una delle aree con il più alto sviluppo socio-economico d’Europa. Potremmo quindi pensare di essere al sicuro anche dall’inaccessibilità alle cure. Ma sarebbe una lettura superficiale e miope».
Sono passati pochi anni dalla pandemia di SARS-CoV-2, che ha colpito duramente proprio la nostra provincia. Le sofferenze non hanno riguardato solo chi si è ammalato, chi è morto o chi ha perso qualcuno: la paura era ovunque, e ha contagiato anche chi si occupava di assistenza, cura, educazione. La pandemia ha generato ansia, paranoia, tristezza, dolore, tutti sintomi di un disagio psichico diffuso, trasversale, collettivo. Non siamo quindi immuni dalle emergenze su grande scala.
Le fragilità di chi viene da lontano
C’è poi un’altra dimensione che noi operatori viviamo quotidianamente e che spesso viene sottovalutata o sfugge allo sguardo pubblico: il lavoro silenzioso che svolgiamo con persone che portano dentro di sé le conseguenze di catastrofi e emergenze, anche lontane.
«Ci basta pensare a quel paziente che è fuggito dalla sua terra natia in cerca di un posto più sicuro — continua Gianfranco —: è incappato in trafficanti di esseri umani, ha vissuto l’inferno delle prigioni illegali, ha attraversato mari, fiumi, confini, affrontando situazioni che lasciano ferite profonde, impossibili da cancellare. Oppure a un altro utente che ha attraversato tutta l’Europa, da Est a Ovest, e soffre per la famiglia rimasta in una zona di guerra. Quella stessa persona ogni giorno vive con l’ombra di poter essere chiamato al fronte. Può sembrare un’ipotesi remota per noi, ma per lui è reale».
Risulta quindi evidente che, seppur lontani (geograficamente o storicamente) da conflitti o catastrofi, non possiamo più fingere che queste non ci riguardino, anzi. «Viviamo in un periodo critico: una guerra che si combatte in Europa, politiche divisive, dinamiche economiche imprevedibili, una crisi climatica e ambientale» — conclude il Direttore della comunità.
Salute mentale per tutti: la nostra responsabilità
L’accesso ai servizi di supporto resta spesso limitato, in particolare nelle zone colpite da catastrofi o in Paesi dove le risorse sanitarie sono minime, a causa della mancanza di personale qualificato, lo stigma sociale, i costi elevati, o semplicemente la carenza o l’assenza di strutture adeguate. La conseguenza sono i milioni di persone senza il sostegno di cui avrebbero disperatamente bisogno.
«Garantire l’accesso alla salute mentale anche in situazioni di emergenza significa riconoscere che non esiste salute senza salute mentale» evidenzia Silvia Valetti, referente organizzativa della comunità psichiatrica CPM Pinocchio. La rete di Nuovo Cortile si muove in questa direzione, facendo prevenzione primaria all’interno di progetti quali la Scuola Sociale Sportiva e il servizio di Centro educativo diurno per minori. Ma anche realizzando interventi di prevenzione secondaria e terziaria, all’interno dei servizi delle comunità terapeutica e psichiatrica.
«La nostra realtà si attiva per fornire aiuto e risposte alle persone che non hanno conoscenze e strumenti, per il loro benessere. Il lavoro è complesso e ampio, ma fa parte del nostro dovere aumentare la consapevolezza generale in merito alla rilevanza della salute mentale, proteggere i soggetti più deboli per ridurre lo stigma e implementare l’impegno in questo campo» conclude Silvia.
La Giornata Mondiale della Salute Mentale ci invita a guardare oltre a ciò che si vede. A capire che nelle emergenze, oltre alle case distrutte e ai corpi feriti, ci sono anche anime spezzate che chiedono di essere ascoltate. Ogni persona, in qualsiasi parte del mondo, ha il diritto di ricevere cure e dignità, soprattutto quando tutto sembra crollare. Affinché nessuno sia lasciato solo con il proprio dolore.
Gianfranco Marta
Silvia Valetti
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