La Scuola Sociale Sportiva prende origine dalla convinzione che dentro la pratica dello sport si celi una possibilità di crescita personale in grado di diventare metodo innovativo e ripetibile di promozione del benessere psicologico e fisico, inclusione sociale e prevenzione dell’abbandono scolastico. Tale modello di percorso educativo, nel suo contesto di setting aperto all’accoglienza della fragilità, favorisce una crescita profonda e integrale in tutti i giovani beneficiari: valori come il rispetto, l’autocontrollo, la responsabilità, il sacrificio e la collaborazione, trasmessi ai ragazzi nello sport e sostenuti dalle attività di doposcuola, dai rapporti di fiducia nei pari e nell’adulto e dall’aumento del senso di autostima e autoefficacia, hanno la capacità di incidere sulla visione globale della vita, sulla situazione di difficoltà psicologica e relazionale dei giovani portata in evidenza dalla pandemia, sulla crescente tendenza al drop-out e sulla conseguente preoccupante criminalità giovanile, urgenze sociali oggi sempre più manifeste.

Attraverso la realizzazione di questo progetto, ci aspettiamo un visibile miglioramento per i minori a livello sia di integrazione sociale che di crescita personale. Le attività sportive accompagnano la crescita dei giovani dal punto di vista fisico – aiutando ogni minore ad avere più coscienza del proprio corpo, delle sue resistenze e dei suoi limiti, e imparando a rispettarne i bisogni e aver cura della salute e dell’igiene personale –, ma anche dal punto di vista emotivo e cognitivo, perché permettono ai ragazzi di crescere più consapevoli di sé e dei propri punti di forza o debolezza.

 L’inclusione sociale, l’interiorizzazione di valori, la dimensione comunitaria, il clima di distensione emotiva a cui miriamo nell’accogliere i minori a cui il progetto è rivolto sono da leggere come propedeutici a una crescita solida e sicura del proprio io fin dalla giovane età, per evitare l’esplosione di un disagio ben più difficilmente affrontabile in età adulta.